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Evoluzione della Radio

 

 

        Il 2-3-4 maggio 1980 si è svolta a Crema presso il Centro Culturale S. Agostino, con il patrocinio del Comune, la "I° rassegna sull'Evoluzione della RADIO" organizzata da un Comitato del quale facevo parte.

Capita che nella vita s’incontrino persone speciali, persone che ti arricchiscono dentro. All’inizio di questa mia avventura nell'organizzazione di questa Rassegna, ebbi la grande fortuna d’incontrare e di collaborare con una di queste persone speciali, il Prof. Franco Soresini.

La sua frequentazione, l’incontro con il suo grande sapere, nel mondo delle comunicazioni, i suoi consigli, il suo grande entusiasmo, mi furono una guida unica nell’apprendimento delle conoscenze in questo campo.

Posso affermare con orgoglio di essermi sempre sentito onorato della sua amicizia fatta di sentimenti semplici e sinceri.

Da tutti era conosciuto come un personaggio di grande spessore culturale, sempre disponibile a spendersi disinteressatamente per manifestazioni radiantistiche di ogni genere.    

Soresini        Voglio dedicare queste pagine al suo ricordo per commemorare la sua vita dedicata allo studio, alla diffusione della storia delle comunicazioni, e in particolare alla grande eredità che Franco Soresini ci ha lasciato. 

     Le brevi note che seguono non vogliono, e non possono, costituire certo una ricostruzione storica del radiantismo, della sua evoluzione e neppure un riepilogo delle sue benemerenze collegate con l'attività di questi appassionati. Vogliono soltanto offrire qualche scampolo di notizie per consentire una collocazione a livello di cronaca della storia della Radio e dell'attività radioamatoriale, che accomuna in tutto il mondo migliaia e migliaia di persone, fra di loro sconosciute ma subito amiche; ed è appunto questa amicizia unita alla volontà ed alla capacità di sfruttare a fine di bene la moderna tecnologia in fatto di comunicazioni, che costituisce la vera coesione che unisce i radioamatori di tutto il mondo.

     In fisica le onde radio o radioonde sono radiazioni elettromagnetiche, appartenenti allo spettro elettromagnetico, nella banda di frequenza compresa tra 0 e 300 GHz ovvero con lunghezza d'onda da 1 mm. all'infinito.

             La radio è il mezzo con cui avviene la trasmissione di contenuti sonori fruiti in tempo reale da più utenti situati in più aree geografiche e dotati di specifici apparecchi elettronici ed, eventualmente specifici impianti di telecomunicazione. [1]

        Quella voce dello spazio e nello spazio ha sempre fatto fare all'umanità balzi da gigante nella storia, anche in quella più recente.

       Il lungo percorso del mezzo radiofonico inizia con Michael Farraday (1792-1867) che, dopo alcune ricerche, intuisce come ci sia una forte interazione tra elettricità e campi magnetici e, quando nota che l’ago di una bussola cambia direzione in presenza di elettricità, afferma con certezza che l’elettricità genera i campi magnetici. Alla base dei risultati di Farraday ci sono le scoperte di H.C. Oëster, le cui ricerche sull’interazione tra campi magnetici ed elettricità lo porta ad affermare che nello spazio c’è un vettore che è un trasportatore di messaggi. 

         Antonio Pacinotti, fisico italiano, sfrutta le scoperte di Farraday per inventare la dinamo. In questo modo è possibile produrre elettricità tramite energia meccanica. J. C. Maxwell scopre a livello teorico l’esistenza delle onde elettromagnetiche, ma sarà H. R. Hertz ad individuarle a livello pratico. 

Hertz schema

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     Heinrich Hertz può essere considerato il genio della radio. Infatti per primo dimostrò l'esistenza delle onde elettromagnetiche con un apparato di sua costruzione, il dipolo hertziano, in grado di emettere onde elettromagnetiche, movimenti di propagazione di elettricità e, qui risiede la novità, le MISURA.  Qui sono le scoperte. A questo punto della storia il “grosso” è stato fatto. Ora spetterà agli altri trovare, ricercare quei dispositivi capaci di catturare queste onde e trasformarle in suono. 

        Augusto Righi arriva a determinare che l’atmosfera è piena di correnti elettriche. 

       Temistocle Calzecchi-Onesti, nel 1884, ideò il coherer (coesore); non è altro che un tubetto di vetro all'interno del quale è stata inserita della limatura metallica estremamente fine, solitamente formata da nichelio e ferro interposta fra due elettrodi ("tappi metallici" che chiudono anche il tubetto di vetro). La resistenza di questa limatura fra gli elettrodi, in condizioni normali è molto elevata, quindi la conducibilità elettrica risulta praticamente nulla; questa resistenza si abbassa bruscamente quando il coherer è investito da un'onda elettromagnetica, quindi nel circuito si ha un notevole aumento o una completa conducibilità della corrente che rivela il segnale, e che Marconi utilizzò per fare suonare il campanello del suo primo radio ricevitore marconiano nel 1894. Riesce, infatti, a trasmettere un impulso da una parte all’altra, ad una distanza notevole. Siamo due anni prima dell’esperimento di Marconi. Anche in Russia, Alexander Stepanovich Popov riesce a far capire che è possibile trasmettere un messaggio da un punto ad un altro, ma la sua colpa, se così si può chiamare, è stata di non averlo fatto in modo plateale come fece invece Guglielmo Marconi.     

        In Brasile nel 1893, il reverendo Roberto Landell De Moura (1861-1928) un prete intrigante, utilizzando un dispositivo inventato da lui stesso ha inviato, per la prima volta nella storia, segnali telegrafici trasmettendo la voce umana ad una distanza considerevole (8 km), senza l'ausilio di fili ma solo mediante le onde elettromagnetiche. Il reverendo non pubblicò ne pubblicizzò le sue invenzioni, fino al 3 giugno 1900 quando le rese note alla stampa (circa 7 anni dopo). 

         Frustrato per la mancanza di credibilità delle sue scoperte in Brasile, il sacerdote partì per gli Stati Uniti, dove registrò nel 1904, i brevetti di tre delle sue invenzioni: Il trasmettitore di onda, il telegrafo senza fili ed il telefono senza fili. Landell ha dimostrato, attraverso il suo trasmettitore di onde, di essere in grado di trasmettere la parola umana attraverso le onde elettromagnetiche, mentre Marconi era concentrato solo sulla trasmissione di simboli alfanumerici di telegrafia. A Marconi non importava la trasmissione delle parole. Sono invenzioni distinte. Così, quando ci si chiede chi è stato l'inventore della radio, è necessario fare un'altra domanda: di quale tipo di trasmissione stiamo parlando? Nell'edizione del 12 ottobre 1902, il quotidiano americano The New York Herald ha dedicato un'intervista al Padre brasiliano, l'articolo riportava le sue esperienze nel settore della telefonia senza fili. Presentate come una novità, perseguito dagli scienziati in un momento in cui il telefono convenzionale (cablato) era già inventato, Landell de Moura ha detto: "Vorrei mostrare la mondo che la Chiesa cattolica non è un nemico della scienza o del progresso umano." Il religioso ha anche rivelato che le sue convinzioni lo portarono ad essere perseguitato; infatti in Brasile un gruppo superstizioso, credendo che lo scienziato avesse un patto con il diavolo, distrusse lo studio e tutti gli apparati".

       Si arriva così all’esperimento di Marconi che da' vita alla radio, o meglio la possibilità di trasmettere verso l’etere.  L’unica vera invenzione di Marconi fu la messa a terra del filo, per il resto tutto già era noto.

       Gli ultimi due passi prima di raggiungere la radiodiffusione furono compiuti nel 1900 e nel 1901. Nel 1901 l’ingegnere Reginald Audrey Fessenden fu il primo a trasmettere la voce umana utilizzando un microfono telefonico. Ma l’anno precedente, nel 1900, arriva la vera invenzione che ci fa dire: "E' NATA LA RADIO”.     Ambrose Fleming diede vita al DIODO, una valvola termodinamica capace di trasformare l’impulso elettrico in suono. Il Diodo sarà una componente insostituibile della radio, della televisione, dei calcolatori e di molti altri apparecchi elettronici fino all’invenzione del TRANSISTOR.[2]

diodo2 diodo1

        La base fondamentale per la scoperta delle onde radio venne fornita dagli studi teorici dello scozzese James Clerk Maxwell, che nel lontano 1873 pubblicò il Trattato di Elettricità e Magnetismo e successivamente la teoria dinamica del campo elettromagnetico, un insieme di equazioni per descrivere matematicamente come un campo magnetico variabile produce un campo elettrico (induzione elettrica) e che cambiando i campi magnetici ed elettrici nello spazio vengono prodotte onde elettromagnetiche. In questi studi veniva enunciato, in forma matematica, il rivoluzionario principio che fenomeni ottici, elettrici e magnetici sono della stessa natura e che di conseguenza debbono esistere onde elettromagnetiche le quali seguono le stesse leggi della luce.

Maxwell s electromagnetic wave equations
   Passeranno molti anni prima che un giovane fisico tedesco, Heinrich Rudolf Hertz riesca sperimentalmente a dimostrare la validità delle teorie di Maxwell.

   Hertz costruì un dispositivo (detto oscillatore) che produceva delle scariche elettriche le quali a loro volta generavano onde elettromagnetiche, quelle stesse onde che erano state incredibilmente preconizzate dal fisico Maxwell.      

    Accanto all’oscillatore, Hertz poneva un altro apparecchio di sua invenzione (detto risonatore), dove era possibile osservare delle minuscole scintille, che si manifestavano tra due piccole sfere del dispositivo stesso, quando veniva messo in funzione l’oscillatore e tutto ciò nonostante i due apparecchi non fossero collegati tra loro.

         Questo straordinario esperimento non ebbe la risonanza che avrebbe meritato anche se fu recepito da vari studiosi. Tra questi merita particolare menzione Augusto Righi, professore all’università di Bologna, sia per il notevole contributo dato allo studio delle onde elettromagnetiche fin dal 1892, sia perché, in occasione di alcuni incontri, avvenuti alla fine del 1894 e i primi mesi del 1895, dette a Guglielmo Marconi (1874-1937) alcuni preziosi suggerimenti che furono determinanti per il giovane inventore.

       Hertz morì a soli 37 anni il 1° gennaio 1894; qualche mese più tardi l’inglese Oliver Joseph Lodge, commemorando, al Royal Institution of London, l’immatura scomparsa di Hertz rese noti i risultati delle esperienze di quest’ultimo, presentando altresì un perfezionamento da lui stesso apportato al sistema che consisteva nella sostituzione del risonatore di Hertz con un nuovo dispositivo al quale aveva dato il nome di coherer.
coherer Lodge

       Questa volta la notizia suscitò grande interesse e, da quel momento, analoghi esperimenti vennero ripetuti, nei laboratori delle Università e di altri Istituti di ricerca, da scienziati  di vari paesi. Tra questi va ricordato il fisico russo Aleksandr Stepanovich Popov, il cui nome venne clamorosamente alla ribalta nel 1945, essendogli stata attribuita, da parte del governo sovietico, la paternità dell’invenzione della radio. La polemica si protrasse per diversi anni nei convegni scientifici e sulla stampa mondiale e si concluse nel 1962 con un approfondito studio di Charles Süsskind, professore nell’Istituto di Ingegneria Elettronica dell’Università della California, il quale riconobbe a Marconi la priorità dell’invenzione.
 
      Marconi, nato in una famiglia benestante da padre emiliano e madre irlandese, ebbe un’istruzione scolastica molto irregolare; un misto di insegnanti-precettori privati si alternarono alla scuola regolare, frequentata peraltro sempre con scarso profitto, con il risultato che a vent’anni non aveva conseguito alcun diploma. Aveva tuttavia manifestato un particolare interesse per la fisica e soprattutto per l’elettricità e, sotto la guida di uno dei precettori, il professor Rosa, docente di fisica di un liceo, la passione per i fenomeni elettrici cessò di essere un’infatuazione infantile per diventare vera sete di conoscenza scientifica.

         Marconi fin da piccolo aveva dimostrato di possedere molta manualità e a casa aveva creato un piccolo laboratorio dove, con mezzi di fortuna (giacché il padre teneva i cordoni della borsa piuttosto stretti e la madre non aveva disponibilità personali), costruiva apparecchiature elettriche ripetendo gli esperimenti descritti sui libri.

       Leggendo una rivista scientifica, Marconi venne a conoscenza delle esperienze di Hertz sulle onde elettromagnetiche e, giovandosi con molta accortezza di tutti i progressi che erano stati sino a quel momento raggiunti dagli altri sperimentatori, ebbe la capacità di intuire che quella scoperta e quelle apparecchiature avrebbero consentito di effettuare comunicazioni telegrafiche.

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 Durante l’estate del 1894 Marconi lavorò intensamente giorno e notte, per riprodurre gli strumenti necessari a ripetere gli esperimenti di Hertz, Lodge e Righi, dapprima incontrando insuccessi  ma poi riuscendo, passo dopo passo, ad aumentare la distanza tra i due apparati. Nell’inverno proseguì con le ricerche dirette a costruire coherers più sensibili, ma il perfezionamento più importante apportato da Marconi, nella primavera del 1895, fu quello di avere dotato il “trasmettitore” di un sistema antenna terra.

 E’ probabile che Marconi sia giunto a questa scoperta del tutto casualmente, mentre tentava di modificare la lunghezza d’onda di trasmissione, operando sul generatore di scintille. Il risultato fu un aumento notevole della forza dei segnali che permise a Marconi di allontanare ancora di più il ricevitore fino a una distanza di alcune centinaia di metri.

sistema terra     Ma il vero traguardo, che con ostinazione Marconi si proponeva di raggiungere, era dimostrare la capacità delle onde hertziane di poter superare ostacoli ed essere quindi ricevute in luoghi fuori della portata ottica, in caso contrario la telegrafia senza fili sarebbe stata un’invenzione inutile.

       Nell’agosto 1895, dopo una serie di risultati positivi, Marconi manda il fratello, accompagnato da un contadino, in una casa colonica posta, oltre una collina, a più di un chilometro dalla villa Griffone dove Marconi faceva i suoi esperimenti; è nota a tutti la leggenda del colpo di fucile (peraltro, sembra che non venne mai sparato) che coronò il successo della prima trasmissione tra due punti non in vista tra loro

 Marconi era perfettamente consapevole di avere messo in opera un’invenzione i cui riflessi commerciali erano preminenti e quindi il 2 giugno 1896 presentò all’Ufficio Brevetti di Londra la domanda del brevetto di Telegrafia Senza Fili che venne rilasciato l’anno successivo. Nello stesso anno fondò la Wireless Telegraph and Signal Compant Ltd e proseguì negli esperimenti migliorando gli apparati e riuscendo così a effettuare collegamenti tra località sempre più distanti tra loro.

 Nel luglio 1897 il Ministro della Marina italiano invita in Italia Marconi che eseguirà una serie di esperimenti davanti a gruppi di tecnici e scienziati e davanti al re Umberto e alla regina. E’ un vero trionfo, in poco più di un anno il nome di Marconi è popolarissimo; ormai è un uomo famoso, ricco e sulla cresta del successo. A La Spezia a bordo della "R.N. San Martino" effettua trasmissioni alla distanza di 18 chilometri; quindi torna a Londra dove i Lloyds gli chiedono di installare trasmettitori in tutte le loro stazioni di segnalazione delle navi: è il primo grosso affare della Wireless Telegraph.

 Ormai la Telegrafia senza Fili è diventata una realtà in tutti i paesi del mondo. In Francia Ducretet realizza un collegamento tra la Tour Eiffel e il Pantheon (poco più di quattro chilometri) con apparecchiature costruite su progetti del russo A. S. Popov.

 Marconi, aiutato da un gruppo di eccellenti collaboratori, intensifica gli esperimenti perfezionando i sistemi d’antenna e i circuiti sintonici; costruisce due stazioni una a Bournemouth e l’altra ad Alum Bay nell’isola di Wight dove effettua trasmissioni regolari di telegrammi tra la Villa Reale e lo yacht Osborne ancorato nella baia.

poldhuIl primo esperimento di comunicazione attraverso la Manica è del 28 marzo 1899, seguono collegamenti point to point sempre più distanti finché il 12 dicembre 1901 Marconi riesce a ricevere a Terranova (Canada) segnali trasmessi dalla nuova stazione installata a Poldhu in Cornovaglia. Il clamore suscitato da questa notizia fu enorme; sembrava impossibile che l’Europa si potesse collegare con il nuovo mondo. E’ la vittoria completa di Marconi su tutti coloro che l’avevano deriso e osteggiato; da questa data non c’è paese al mondo che non voglia munirsi degli apparati di Telegrafia Senza Fili. Si apre una gara tra i vari paesi per possedere la stazione radiotelegrafica più potente; nell’America del Sud viene costruita una grande stazione a Montevideo (1905), la Germania costruisce la stazione di Nauen (1906) e di Nordeich (1907).

          Anche le forze armate iniziano ad interessarsi al sistema Marconi, del quale intuiscono le straordinarie possibilità nel campo militare, e cominciano a istallare apparati di telegrafia senza fili su navi e dirigibili.

          Ma più di ogni altro evento ciò che fece comprendere al mondo l'importanza dell'invenzione di Marconi fu la tragedia del Titanic, il famoso transatlantico inglese affondato il 15 aprile 1912, giorno del viaggio inaugurale, per urto contro un iceberg. Più di settecento passeggeri poterono essere salvati da un piroscafo accorso che aveva raccolto il disperato messaggio di soccorso trasmesso dal radiotelegrafista del Titanic. Altre navi che si trovavano nelle vicinanze non poterono portare alcun valido aiuto, alcune perché prive di radiotelegrafo, altre perché non prevedevano turni radiotelegrafici di notte. Questo luttuoso avvenimento commosse l’opinione pubblica, rimasta sgomenta per il grande numero di persone che non poterono essere salvate ma nello stesso tempo presa da grande ammirazione per Marconi senza la cui invenzione le vittime sarebbero state molte di più. 

  Sulla scia dell’emozione suscitata il governo degli Stati Uniti decise allora di rendere obbligatorio su tutte le navi adibite a trasporto passeggeri l’uso di apparati Marconi. Molti altri paesi invitarono le loro compagnie di navigazione a fare altrettanto con la conseguenza che, nel giro di pochi mesi, le navi in grado di trasmettere e ricevere messaggi via radio passarono da poco meno di 300 a 580, e alla fine del 1913 furono più di 1200.

  I governi dei paesi più progrediti, resisi finalmente conto dell’enorme importanza dell’invenzione, sollecitarono la convocazione della terza Conferenza internazionale sulla radiotelegrafia, prevista a Londra per l’anno successivo. Nel corso della Conferenza venne deciso di riservare una particolare lunghezza d’onda (600 metri) per i segnali di emergenza; fu reso obbligatorio il nuovo segnale di soccorso formato dalle lettere SOS (Save our Souls); vennero disciplinati i turni di ascolto sulle navi, con l’obbligo di cessare le trasmissioni e passare all’ascolto nei tre minuti successivi al quindicesimo minuto e al quarantacinquesimo minuto di ogni ora.

       E' noto ormai a tutti che il principale artefice dell'invenzione della radio edelle comunicazioni via etere sia stato l'italiano Guglielmo Marconi all'alba del 1900, dopo vari tentativi su distanze minori. Il suo nome è legato all'invenzione della radio, ma permettetemi di minimizzare l'affermazione: Guglielmo Marconi è stato colui che ha intuito prima di tutti come far propagare alle lunghe distanze, dei segnali di bassa frequenza (sistema antenna-terra), cioè ha capito quale mezzo di trasporto utilizzare per irradiare l'informazione senza ostacoli, questo strumento sono le "onde elettromagnetiche" che hanno la proprietà di propagarsi nell'atmosfera per lunghe distanze fungendo da mezzo di trasporto, proprio come un treno o un aereo.

     Personalmente sono in accordo su Guglielmo Marconi scopritore e promotore del mezzo di trasporto (chiamata comunemente PORTANTE), ma molto meno dire che Marconi fu l'inventore della mitica Radio. E' vero che senza questo metodo di trasmissione la Radio non sarebbe nata, ma si convenga che una Radio oltre che dal sistema trasmissione-ricezione per funzionare è anche costituita da una antenna di ricezione (A. Popov-1884), circuiti rilevazione (A.Fleming-1903), circuiti di amplificazione (L.D.Forest-1904) e propagazione del suono (Altoparlante P.Jensen-1911).

L’idea di trasmettere musica e parole a distanza nasce molto prima dell’invenzione della radio.

          Nel 1878, in Svizzera, da un teatro della città di Bellinzona viene effettuato un esperimento di trasmissione via telefono (da poco inventato) dell’opera "Don Pasquale" di Donizetti. I pochi possessori di un apparecchio telefonico possono ascoltare l’opera che viene diffusa sulle linee telefoniche a cura della locale società dei telefoni.

  A questo esperimento, cui viene dato il nome di teatrophon, ne seguono altri dei quali ci è giunta notizia certa: nel 1881 a Parigi, in una sala dei Champs Elysées, dove è allestita l’Esposizione Internazionale di Elettricità, si può ascoltare in cuffia una commedia rappresentata al Teatro della Commedie.

 A Francoforte sul Meno nel 1883 viene trasmessa, sempre via telefono, un’opera lirica a sei chilometri di distanza, e nel 1889 viene trasmesso, attraverso una linea telefonica, un concerto da New York a Philadelphia.

 Sempre nel 1889 l’ing. Theodor Puskàs, che era stato collaboratore dell’inventore statunitense Edison, realizza per gli oltre duecento abbonati della rete telefonica di Budapest un servizio regolare di trasmissione di notizie chiamato Giornale telefonico ungherese. In brevissimo tempo questo servizio, che ha riscosso un elevato gradimento da parte del pubblico di abbonati, si sviluppa: alle notizie vengono intercalati brani musicali di opere liriche. Altre città europee offrono ugualmente ai loro abbonati del telefono, col pagamento di un piccolo supplemento di canone, la possibilità di ascoltare rappresentazioni di opere dal teatro e di concerti da sale musicali.

 Mentre in Europa la guerra era in pieno svolgimento, negli Stati Uniti un giovane emigrato russo, David Sarnoff, sarà legato allo sviluppo dell’elettronica in generale e della televisione in particolare, propone alla Marconi Company, della quale è vice direttore del traffico, l’idea di realizzare una “music box”, un apparato, cioè, destinato ad ascoltare essenzialmente musica trasmessa via radio. La proposta fu sdegnosamente respinta: la radio (anzi alla Marconi si continuava a chiamarla T.S.F-Telegrafia senza fili) era un’importante invenzione scientifica, destinata alle comunicazioni soprattutto marittime (il ricordo della tragedia Titanic era ancora presente) e non “un giocattolo per lirica e canzonette.

             Molti giovani, che durante la guerra avevano acquisito pratiche cognizioni tecniche operando con le apparecchiature militari di radiotelegrafia, si dedicarono nell’immediato dopoguerra alla costruzione di piccole stazioni trasmittenti e riceventi. Erano i cosiddetti radioamatori: una categoria di persone che avrebbe dato una svolta decisiva allo sviluppo delle radiodiffusioni. Le autorità militari di ogni paese non vedevano di buon occhio queste sperimentazioni e cercarono con ogni mezzo di opporsi facendo pressione sui governi e sui parlamenti affinché le radiodiffusioni venissero severamente regolamentate con controlli e limitazioni in quanto materia strettamente militare. Se nei paesi europei fu abbastanza frequente l’emanazione di leggi fortemente limitative – nel dopoguerra, nei governi dei paesi vincitori, la presenza di militari era abbastanza numerosa – leggi che per fortuna, negli anni successivi, vennero gradatamente eliminate, negli Stati Uniti, paese libertario per eccellenza, il governo lasciò una sufficiente libertà all’entusiasmo dei radioamatori che si moltiplicavano di giorno in giorno e, verso la fine del 1919, erano già più di diecimila.

8XKFu proprio uno di questi giovani radioamatori, Frank Conrad di Pittsburg in Pennsylvania il quale, nella primavera del 1919, mentre con la sua stazione 8XK sperimentava le valvole audion di De Forest, più per scherzo che per altro, ebbe l’idea di mettere davanti al microfono un fonografo e trasmise alcuni brani di musica. Più di mille persone lo ascoltarono e almeno trecento gli scrissero elogiandolo e invitandolo a proseguire. Il nome di Conrad finì sui giornali e una grande azienda della città, la Westinghouse Electric and Manifacturing Company si offrì di finanziare la stazione. Da quel momento Conrad trasmette per conto della Westinghouse e legge le notizie dei giornali intercalandole con brani musicali. Nelle vetrine dei negozi di Pittsburg compaiono apparecchi riceventi pubblicizzati come “adatti a ricevere la stazione Westinghouse”.

  Ma il vero e proprio regolare servizio di radiodiffusione inizia il 2 novembre 1920, quando da Pittsburg, kdkala vecchia stazione Westinghouse di Conrad, che ha cambiato sigla diventando KDKA, trasmette, sulla lunghezza d’onda di 360 metri e la potenza di 100 watt, la radiocronaca politica delle elezioni presidenziali che vede contrapporsi le candidature di James Cox e Warren Harding. Le informazioni sull’andamento della lotta dei due candidati e la notizia della vittoria di Harding vengono ascoltate in quasi tutti gli States grazie anche all’antenna trasmittente fissata ad un pallone frenato. Bisogna tuttavia attendere l’anno seguente perché la diffusione della radio abbia una vasta eco. L’occasione è costituita da un avvenimento sportivo di grande interesse: l’incontro di pugilato tra i pesi massimi Jack Dempsey e George Carpentier che viene trasmesso dalla stazione WJY della RCA – Radio Corporation of America di Hoboken (New York). David Sarnoff , che lavora ora alla RCA, si vale dell’opera di un club di radioamatori, per attrezzare un centinaio di posti di ascolto, istallando ricevitori nelle sale di alcuni teatri e music-hall.

  Nel settembre del 1921 viene trasmesso un concerto dell’orchestra filarmonica di New York e il successo supera ogni previsione.

  La corsa alla radio divenne da questo momento frenetica: si stima che gli apparecchi esistenti nel 1921 fossero 50.000; l’anno seguente saranno mezzo milione e nel 1924 un milione e mezzo.

  La KDKA di Pittsburg offre pubblicità a 10 dollari il minuto. Il primo cliente è un imprenditoreGalena edile subito imitato da più di cento aziende. Vengono messi in commercio ricevitori a galena al prezzo di 25 dollari reclamizzati come “la radio per tutti: più piccola di una macchina fotografica, più semplice di un binocolo, più divertente di un film”.

  Le stazioni trasmittenti che nel 1921 sono 60, salgono l’anno successivo a  382, nel 1923 sono 573 e divengono 1105 nel 1924. Questa situazione porta notevoli disagi alla ricezione a causa dell’eccessivo affollamento di stazioni che interferiscono tra loro.

  Inizia anche una lotta molto dura, diretta ad assicurarsi maggiori introiti pubblicitari tra le grandi compagnie di radio-diffusione che dispongono di notevoli mezzi finanziari e le piccole stazioni, con la conseguenza che 572 stazioni sono costrette a chiudere. Una Conferenza nazionale della Radio, indetta nel 1922, cercherà di mettere un po’ d’ordine disciplinando le concessioni, fissando una potenza minima e una massima di emissione e mettendo in atto un piano di assegnazione delle frequenze di trasmissione.[3]

 

Bibliografia:

[1] Wikipedia

[2] Radio Speaker - Giuseppe Opromolla

[3] Storia della radio - Gian Luigi Pezza